QUANDO CARNE E PESCE RIDUCONO IL RISCHIO DI ICTUS..

Scritto il 02/02/2021
da Antonella Balducci


La scelta di una dieta vegeteriana o vegana è spesso guidata dalla ricerca di uno stile di vita più sano. A settembre 2019 il British Medical Journal ha pubblicato il risultato di uno studio scientifico davvero interessante e che ha messo in discussione in modo coerente e preciso questa convinzione.

Lo studio ha coinvolto 48.188 persone, tra donne e uomini, reclutate in Inghilterra dal 1996 al 2001 e seguite per più di 18 anni. Le persone coinvolte sono state suddivise in tre gruppi: “meat eaters” (persone che inserivano carne nella propria dieta), “fish eaters” (persone che, avendo eliminato la carne dalla propria dieta, consumavano però pesce) e “vegetarians” (che escludevano anche il pesce, questa categoria includeva anche i vegani). 

Da un lato, nei “mangiatori di pesce” e nei “vegetariani” la probabilità di andare incontro a eventi ischemici cardiaci era ridotta rispettivamente del 13 e del 22% in confronto ai “mangiatori di carne”. Dall'altra, i “vegetariani” avevano avuto una probabilità di andare incontro a ictus, in particolare emorragici, più alta del 20% rispetto ai “mangiatori di carne”. 

Minor rischio di problematica cardiaca quindi per chi avesse escluso carne e pesce dalla propria dieta, ma un maggior rischio di ictus per gli stessi individui. 

Un'altro elemento da tenere in considerazione è che, nel caso della malattia cardiaca ischemica (più probabile in chi manteneva carne nella propria dieta), l'associazione statistica della malattia con la scelta proteica riduceva la sua potenza quando la patologia veniva messa in relazione con altre variabili (colesterolo alto, pressione alta, diabete, indice di massa corporea), dando di fatto un risultato non più statisticamente significativo. Lo stesso non accadeva nel caso del rischio di ictus più elevato in vegetariani e vegani (la probabilità di ictus è rimasta più elevata a prescindere da pressione arteriosa, indice di massa corporea, colesterolo e diabete in questa popolazione).

Guardandola in modo differente, la malattia cardiaca in chi mangiava la carne può essere stata influenzata anche da scelte nutrizionali di contorno diverse (quelle che fanno anche incrementate l'indice di massa corporea, il colesterolo, far venire il diabete o alzare la pressione. Pensiamo ad esempio all'utilizzo di grassi trans, zuccheri semplici o alimenti ultra-processati, come optare per le patatine fritte al posto che per la verdura). Chi sceglie di non consumare carne è infatti spesso più attento anche nelle proprie scelte nutrizionali generali.

D'altra parte è possibile che un ridotto apporto di proteine, cosa che purtroppo accade facilmente (ma non sempre!) nella dieta di chi lascia da parte carne e pesce, può avere un suo effettivo ruolo nella probabilità di andare incontro a ictus emorragico.

Stiamo in questo caso, per il momento, parlando di supposizioni, ma quello che è certo è che lo studio ha fatto emergere importantissimi spunti di riflessione per chi abbia intrapreso una scelta vegana o vegetariana con il solo scopo di investire nella propria salute.

La nutrizione resta un elemento fondamentale per chi si voglia fare bene: mantenere una dieta varia, equilibrata e bilanciata che lasci spazio a verdura, leguminose e sani alimenti di origine vegetale ha sempre dimostrato un ruolo importante nella prevenzione cardiovascolare e non solo, e continua a farlo. Lasciare anche un po' di carne e pesce tra le proprie possibilità, continuando a fare tutte le scelte più sane possibili a contorno, a quanto pare può risultare addirittura protettivo.

Particolare menzione a questo punto merita il pesce: chi inseriva il pesce come possibile fonte proteica nella propria dieta non ha avuto lo stesso incremento in rischio di ictus di chi lo aveva lasciato da parte insieme alla carne. Il rischio era comunque mediamente aumentato rispetto ai mangiatori di carne anche per i mangiatori di pesce, ma non in modo statisticamente significativo.

Che la scelta sia quella di inserire pesce e/o carne nella propria dieta, oppure di non farlo, la raccomandazione resta quella di fare attenzione anche alla qualità complessiva della propria dieta (pensiamo alle buone regole di nutrizione generali), in un senso o nell'altro.

Buon Lavoro!

Antonella Balducci