IL PIEDE DEL RUNNER: EQUILIBRIO FISICO E MENTALE...

Scritto il 03/09/2021
da Antonella Balducci


Analizzare l’appoggio della del piede ci permette di capire se ci sono punti di non contatto, rigidità o differenze simmetriche che possono provocare una postura scorretta

Radici ben salde, nello yoga, così come nella corsa. Il piede nella corsa, il piede nell’equilibrio.

I nostri piedi ci possono raccontare molto di noi (esistono tecniche di “lettura del piede” esempio la riflessologia plantare che individua sulla pianta stati emozionali, blocchi e diverse problematiche fisiche e non), e con una buona lettura anche la nostra camminata esprime esattamente chi siamo. Raramente gli diamo importanza e attenzione.

Sono il nostro primo contatto con la Terra, nell’atto del passo imprimiamo la nostra energia al suolo e come risposta rimbalziamo avanti e avanziamo nella vita. Questo è ciò che la filosofia yoga chiama “radicamento”, il nostro contatto con la terra e il nostro equilibrio statico sono sinonimo di equilibrio fisico e mentale. 

Un ascolto profondo dell’appoggio della pianta del piede ci permette di capire se ci sono punti di non contatto, rigidità e differenze simmetriche che possono provocare una mal postura. Fondamentale nella corsa un buon appoggio e una buona rullata per rendere incisiva la spinta e dinamico il gesto, così come fondamentale è la simmetria del movimento per evitare scompensi posturali. Anche nelle discipline olistiche, prima di iniziare la pratica, ci si prepara all’ascolto del corpo in posizione statica (dal sanscrito = Samasthiti) dove l’attenzione ricade sulla percezione del respiro e degli appoggi. Si cerca di mantenere la concentrazione sulle “radici” ben appoggiate a terra per sentire la spinta di risposta verso l’alto, assieme all’allungamento della colonna nelle fasi del respiro. 

Consiglio pratico sulla percezione: Prima ascoltate l’appoggio delle vostre piante a terra, senza calzature, su di una superficie dura e liscia (es. il pavimento). Percepite gli appoggi di tallone, arco e avampiede, infine gli appoggi completi delle dita. Distinguete bene le sensazioni tra lato destro e lato sinistro e come distribuite il carico, cioè il peso del vostro corpo.

Importante poi è anche individuare il grado di mobilità delle nostre articolazioni, mantenere la mobilità articolare e la tonicità muscolare del piede, di conseguenza della caviglia e della gamba, è uno dei segreti per evitare di incappare in infortuni e allo stesso tempo essere più performanti durante la corsa o la nostra pratica di yoga dove, anche in essa la posizione dei piedi e la spinta sul tappetino rendono differenti le attivazioni nelle asana.

 

 

Consiglio pratico sulla mobilità: Ora da seduti prendete il piede e con delicatezza ruotate la caviglia con l’aiuto delle mani, fate rotazioni a destra e sinistra, allungate il dorso del piede sempre con le mani spingendo verso il basso le dita e poi portatele verso l’alto distendendo così la pianta.

Ricordiamo che, oltre a definire e regolare la nostra la postura, l’appoggio del piede collabora alla regolazione della circolazione sanguinea degli arti inferiori.

“Scaldate” quindi i vostri piedi prima dell’attività, qualunque essa sia, andando a sollecitare la pianta e il dorso del piede, attiveremo la circolazione e scalderemo di conseguenza le articolazioni annesse, aumenterà la temperatura della zona inferiore del corpo, avendo così una miglior sensazione di reattività di gambe e piedi. Soprattutto nei vostri allenamenti nel periodo invernale abbiate l’accortezza di provare questi esercizi.

Consiglio pratico sullo stimolo plantare: Con la mano chiusa a pugno, utilizzando le nocche, sfregate delicatamente la pianta fino al tallone. Infine passate le dita delle mani tra le dita dei piedi, allargandole. Ripetete sull’altro piede e completate il trattamento.

Tutti questi tipi di “auto-trattamento” descritti si possono svolgere in qualsiasi momento. 

Dovreste prendervi il tempo di eseguirli prima dei vostri allenamenti soprattutto se svolti dopo ore in posizione ortostatica o seduta, ma anche appena svegli come risveglio muscolare oppure a fine sessione come rilassamento.

Ogni momento è adatto per aumentare la consapevolezza del proprio corpo con qualche piccolo gesto.

Buon ascolto!

Antonella Balducci