COSA SUCCEDE AL NOSTRO CORPO QUANDO CORRIAMO UNA MARATONA?

Scritto il 08/04/2022
da Antonella Balducci


Il raggiungimento del traguardo di una Maratona è un sogno che più o meno tutti irunner fanno, almeno una volta nella vita. Che poi si decida di concretizzare o meno quell’immagine, questa è una cosa che solo una piccola parte porta avanti, perché non tutti sentono effettivamente la necessità di correre i quarantaduemilacentonovantacinque metri (in effetti, a cosa serve correre? A niente). C’è poi un punto estremamente importante da prendere in considerazione: non solo non tutti vogliono correre una Maratona, ma è anche vero che correre una Maratona non è per tutti.

Se però sei tra quelli che ne vorrebbero correre o ne hanno già corso una o che ne corrono una ogni qual volta sia possibile, forse ci sono alcune cose che ti sei chiesto e per le quali vorresti risposta.

COSA SUCCEDE AL TUO CORPO

Che ci si debba preparare al meglio, per poter correre una Maratona, lo diamo per scontato. Non si affronta una distanza così lunga senza un adeguato allenamento, a meno di voler davvero rischiare un infortunio o accettare di farla andando ad un passo molto tranquillo per il nostro fisico (ma anche solo camminare per tutta una Maratona è stancante, non è esattamente andare a fare quattro passi). Allenarci facendo i lunghi ed i lunghissimi aiuta ad affrontare la distanza, ma non è solo il mentre che ci deve far mantenere alta l’attenzione, è anche – forse soprattutto – il dopo. Il tempo che segue una Maratona infatti, che sia stata corsa al meglio delle nostre possibilità o in tranquillità, richiede molta attenzione per consentire un recupero effettivo e completo di ciò che lasciamo per strada (metaforicamente e no).

La prima cosa a cui si deve badare è la temperatura corporea. Durante la gara lo sforzo fatto dal nostro fisico induce una produzione di calore considerevole, portando il nostro corpo a ben oltre i 38°, con picchi di 39° in quelle giornate con temperature alte per correre una lunga distanza. Il corpo, entrato in uno stato del tutto simile a quello febbrile, per il quale il cuore cerca di far circolare il sangue il più velocemente possibile compiendo uno sforzo enorme, rischia di ritrovarsi di colpo (appena tagliato il traguardo) in una situazione di ipotermia, con il sudore che si raffredda molto rapidamente e che non permette uno scambio termico graduale.

Il secondo punto è strettamente legato al primo. L’aumento di temperatura, la necessità di irrorare il tessuto muscolare che sta compiendo lo sforzo maggiore in quel momento e la disidratazione dovuta alla perdita di liquidi con il sudore fanno sì che i reni vadano in sofferenza, e ancora a diversi giorni dalla gara è comune (alcuni studi dicono addirittura due settimane), sia nei runner amatori che in quelli professionisti, osservare alterazioni sulla capacità filtrante dei reni.

COSE A CUI NON PENSI, PERCHÉ…

Queste due componenti, macroscopicamente, sono spesso completamente ignorate dai runner che corrono le Maratone, è questo è dovuto principalmente al fatto che – se non arrivano all’estremo – è ben altro quello di cui ci si accorge maggiormente.

Il terzo aspetto, infatti, è il danno cellulare al tessuto muscolare. Il celeberrimo (e bistrattato) acido lattico, di cui si sente tanto parlare, c’entra solo in parte, nella camminata da zombie che i maratoneti hanno nelle ore e a volte nei giorni successivi alla gara. La realtà non è che i nostri muscoli non sono riusciti a smaltire il lattato prodotto, è che proprio non ci sono più abbastanza cellule per fare il lavoro che viene richiesto, per cui sentiamo fastidio (a volte proprio dolore) persino a camminare. La cosa interessante (una delle tante) è che anche i danni cellulari sono collegati alla temperatura ambientale, e c’è una correlazione diretta con l’aumento della temperatura ambientale e il numero e le zone colpite dal danno. La temperatura ideale, se si vuole correre una Maratona o una qualsiasi lunghissima distanza con il minor danno muscolare possibile, si dovrebbe aggirare tra i -5° ed i 18°. Oltre questi, le zone danneggiate aumentano di consistenza e estensione di grado in grado (e con esse la nostra possibilità di camminare come zombie).

Veniamo poi alla quarta (ed ultima) componente: LA FAME. Ecco, sappi che no, non è proprio fame (e nemmeno voglia di qualcosa di buonocit.), ma necessità. Per tutte le cose dette sopra, infatti, il nostro corpo ha bisogno di reintegrare in maniera adeguata quanto ha perduto e di inserire tutte le componenti che serviranno a creare nuovo tessuto muscolare, rimpiazzare gli zuccheri e i grassi persi e riportare i liquidi corporei al livello pre-gara. Non si tratta soltanto di mangiare e di buttar dentro quanto cibo quanto il nostro corpo possa contenerne, ma si deve cercare di alimentarsi con attenzione, valutando (magari con un nutrizionista sportivo che ci segua anche prima delle gare) quali componenti privilegiare per stimolare il nostro fisico a rimettersi in sesto nel minor tempo possibile. Un’alimentazione controllata già nelle ore immediatamente successive ad una corsa su lunga distanza come la Maratona permette di diminuire quasi della metà il tempo necessario per il recupero.

MA ALLORA, CORRERE O NO UNA MARATONA?

In mezzo a tutte queste cose poco piacevoli che capitano al nostro corpo quando si corre una Maratona, ti starai chiedendo se esista almeno un motivo (soddisfazione di tagliare il traguardo a parte) per fare tanta fatica. Beh, sappi che un motivo c’è, eccome se c’è! Oltre al fatto che correre ed allenarsi porta benefici sul fisico in linea generale, riducendo la possibilità di prendere dal banale raffreddore alle patologie più gravi, la corsa su lunga distanza fa bene al nostro corpo perché pare stimoli in maniera marcata il sistema nervoso, mantenendo in attività un numero di collegamenti che altrimenti si perderebbero con il progredire dell’età.

Mantenersi giovani, quindi, potrebbe passare anche dal fare una Maratona, ma solo nel lungo periodo, perché per quel che riguarda il breve, come ben diceva Jeff Scaf, Se vuoi sapere come sarai tra dieci anni, guardati allo specchio dopo aver corso una Maratona.

Buon Lavoro!

Antonella Balducci