RILASSAMENTO E ALLUNGAMENTO: BENEFICI PER IL CORPO E LA MENTE...

Scritto il 29/03/2021
da Antonella Balducci


Perché allungarsi fa bene a corpo e mente?

Lo Stretching, letteralmente “allungarsi”, è un tipo di ginnastica di rilassamento ed estensione dei muscoli che coinvolge il corpo intero, è adatta a tutte le età e consigliata soprattutto prima e dopo lo svolgimento di un’attività fisica.

Se i benefici fisici dello stretching sono oggi abbastanza noti, non si può dire lo stesso per quelli che vanno oltre la dimensione corporea, eppure lo stretching è un esercizio psicofisico a tutti gli effetti, in grado di donare equilibrio mentale a chi lo pratica.

Come e perché ci allunghiamo:

I primi studi sullo stretching sono nati dall’osservazione del mondo animale e dai comportamenti dell’uomo. L’allungamento è un’esigenza naturale per tutti gli esseri viventi, come quando ci si “stiracchia” appena svegli o si cerca di distendere un arto per alleviare il dolore dopo un movimento brusco o faticoso.

Per capire cosa succede quando facciamo stretching immaginiamo che i muscoli siano degli elastici che si allungano e si accorciano. La maggior parte dei muscoli del nostro corpo è fatta dai muscoli striati, che permettono il movimento, mantengono la postura e determinano le forme del corpo, oltre che costituire gli organi (fra cui cuore e lingua).

I muscoli striati sono formati da fibre di miofibrilla (una catena di materiale filamentoso) formata a sua volta da due tipi di proteine, una più scura, l’actina, e l’altra più chiara, la miosina. Sono queste a permettere la contrazione del muscolo.

Quando facciamo stretching queste fibre muscolari si distendono, sciogliendo il muscolo dalla tensione che lo ha irrigidito per compiere lo sforzo fisico.

Dal corpo alla mente:

L’allungamento stimola i propriocettori (sensori che si trovano nei muscoli, nei tendini e nelle articolazioni). I propriocettori inviano al Sistema Nervoso Centrale, situato nel cervello, informazioni sul livello di rilassamento o contrazione del muscolo; in poche parole fanno in modo che il nostro cervello percepisca lo stato muscolare del nostro corpo.

Da questa percezione “cerebrale” deriva la percezione che noi abbiamo del nostro corpo, che è sia fisica che psicologica.

I benefici dell’esercizio psicofisico:

La riduzione della tensione muscolare aumenta la circolazione sanguigna e migliora il coordinamento dei movimenti, sviluppando una maggior consapevolezza del proprio corpo. Dalla dimensione corporea si passa quindi a quella psicologica, per questo lo stretching è considerato un ottimo esercizio psicofisico, grazie al quale allenare l’organismo nel suo insieme.

Lo conferma anche David de Angelis, figura di spicco nello stretching italiano, che nel suo libro “Power flex stretching” descrive i giovamenti concreti di questo esercizio psicofisico.

 

esercizio psicofisico

Imparare a fare stretching significa imparare a trarre giovamento dal rilassamento mentale che si traduce in un allungamento muscolare: per raggiungere questo risultato è indispensabile il completo coinvolgimento mentale e ognuno ha bisogno di un periodo tutto suo per lasciarsi andare completamente.

 

C’è un tempo per tutto:

Nello stretching è quindi fondamentale rispettare i tempi individuali per svolgere correttamente l’esercizio, e raggiungere così il miglior stadio di allungamento dei muscoli. Fare stretching significa anche distendere la propria mente, prendersi del tempo per sentire il proprio corpo e concentrarsi sul sé fisico e il sé mentale.

 

Non ci può essere flessibilità fisica senza quella mentale! D. de Angelis

I benefici di uno stretching praticato con costanza e in maniera corretta si riflettono anche sulla vita di tutti i giorni, conferendo flessibilità e reattività ai movimenti del corpo, mentre l’aumento della consapevolezza psicofisica ci aiuta ad affrontare la quotidianità con sicurezza e maggior concentrazione.

 

Noi siamo il nostro corpo. Freud

Buon Lavoro!

Antonella Balducci

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Aprile 18th, 2016|Salute fisica

About the Author:

 
Dott.ssa Anna Crespi
Insegnante abilitata nella scuola media superiore per Filosofia e Psicologia, Professionista del Coaching e mamma di Ruggero e Miriam, è l’ideatrice del Metodo WAL e ha scritto il libro “Il Metodo WAL. Previeni, impara, cammina”

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