TROPPO SPORT PUO' FAR MALE AL CUORE?

Scritto il 23/06/2023
da Antonella Balducci


C’è massima più vera di “Il troppo stroppia”? Oppure “Tutto ha un limite”, anche le cose che ci fanno bene? Vedendo la cosa da un altro punto di vista, ogni eccesso non viene mai da solo e a volte porta con se sgradevoli compagni. Non è detto insomma che se una cosa fa bene, un sovradosaggio della stessa cosa faccia benissimo, anzi: un bicchiere d’acqua fa sempre bene ma ciò non significa che bere 10 litri di acqua in una sola volta faccia benissimo. Anzi.

 

Sulla traccia di questa idea, due ricerche hanno cercato di spiegare – fermo restando che l’esercizio fisico FA BENISSIMO al tuo cuore e al tuo corpo – se un eccesso di allenamento e una vita attiva troppo “fuorisoglia” potessero avere effetti negativi più che positivi.

 

Ma partiamo dal vero protagonista di questa storia, e cioè il nostro amico cuore.

Come funziona l’esercizio sul cuore

Partiamo dalle basi: il cuore è un muscolo e, come tale, può essere allenato e reso più forte grazie all’esercizio. Quando ci alleniamo e, proporzionalmente alla fatica che stiamo facendo, gli richiediamo uno sforzo altrettanto adeguato, stiamo anche rendendolo più forte, esattamente come i muscoli di gambe e braccia.
Il cuore cambia anche la sua capacità di pompare sangue: più gliene richiediamo ai tessuti periferici (ossia i muscoli), più si adatta aumentando il volume delle cavità che lo costituiscono, cioè atri e ventricoli). Come in tutto però c’è un limite e due ricerche hanno cercato di capire se uno sforzo prolungato e allenamenti incessanti nonché gare molto faticose alla fine richiedono di pagare un prezzo, e lo chiedono proprio al nostro muscolo/organo più importante.

Ricordiamo che queste ricerche non mettono in dubbio l’assunto che resta vero e verificato, ossia che l’allenamento – specie se continuo e prolungato – porta solo benefici. Resta infatti vero che persone sedentarie o che praticano pochissima se non nessuna attività fisica sono molto più inclini a sviluppare problemi cardiaci di chi si allena. E questo per un motivo molto semplice: in quanto muscolo, il cuore è “allenabile” e un muscolo poco usato e trascurato finisce per perdere elasticità, forza e tono, sino agli esiti più tragici.
Ciò che eventualmente dimostrano è semmai che un eccesso di allenamento (come tutti gli eccessi) può avere più conseguenze negative che positive.

Le ricerche

Detto ciò, cosa hanno verificato le ricerche? Una è del 2019 ed è stata condotta da scienziati svedesi che hanno raccolto la documentazione medica di ben 208.654 partecipanti alla Vasaloppet, una serie di massacranti gare di sci di fondo, confrontandola poi con quella di 527.448 persone (uomini e donne) che non avevano partecipato alla gara.
I dati hanno dimostrato che i cuori di alcuni di loro – nonostante fossero molto allenati (o forse proprio a causa di ciò) – avevano più probabilità di sviluppare la fibrillazione atriale, cioè un battito cardiaco irregolare che può portare alla formazione di coaguli di sangue e a un rischio più elevato di ictus.

L’altra ricerca, pubblicata sul Clinical Journal of Sports Medicine, riguarda una raccolta di dati fatta nel 2021 su 942 atleti di resistenza di mezza età, di entrambi i sessi e che avevano partecipato a competizioni. A circa il 20% di questi erano stati diagnosticati episodi di fibrillazione atriale, il 3% aveva avuto un ictus. La maggior parte di loro era composta da uomini e in un numero importante si trattava di nuotatori.

Non c’è una spiegazione al fatto che il fenomeno si verifichi più spesso fra gli uomini, né tantomeno perché riguardi anche i nuotatori (coinvolgendo in ciò anche i triatleti) ma uno dei ricercatori – Susil Pallikadavath – ha precisato che il dato potrebbe essere “sporcato” dal fatto che alla ricerca hanno partecipato soprattutto atleti che avevano avuto complicazioni cardiache di qualche genere. In altri termini, è probabile che il dato percentuale sarebbe stato più basso se la ricerca avesse valutato un campione più ampio, comprendendo anche persone normali e non super allenate.

Devi smettere di allenarti?

Assolutamente no, come specifica Meagan Wasfy dell’Ospedale Mass General Brigham di Boston: non v’è dubbio che un allenamento moderato o intenso solo in specifiche sessioni fa solo bene, riducendo tra l’altro la possibiltà di incorrere in fibrillazioni atriali e proteggendo dalla formazione di placche nelle arterie, in assoluto una delle patologie cardiache più letali.

Quello che bisogna fare è prestare attenzione a determinati segnali del nostro corpo e anche ai dati che riportano gli sportwatch che usiamo (utilissimi in questi casi):
– se hai improvvise palpitazioni
– se durante l’allenamento ti manca il fiato (e non era mai successo)
– se le tue prestazioni si deteriorano senza alcun preavviso
– se il tuo sportwatch ti segnala picchi nella frequenza cardiaca

allora è meglio rallentare, fermarsi e andare a consultare uno specialista, al più presto.

Tutto quanto fin qui detto – sottolineano con insistenza i ricercatori – non significa che sia saggio smettere di allenarsi, anzi: i benefici di una vita attiva sono fuori discussione.
Quello che bisogna tenere sotto controllo è, come sempre, l’eccesso di competitività e di allenamento. Che, sappiamo bene, per alcune persone può diventare una vera e propria dipendenza.
Se però ci va di mezzo il tuo cuore è meglio pensarci mille volte prima di chiedergli ancora una volta uno sforzo che servirà solo a farti stare bene mentalmente, a gratificarti e pomparti. A discapito del tuo organo più importante.

Buon Lavoro!

Antonella Balducci