Lei è Heather Milligan, una famosa fisioterapista americana e fidanzata di uno altrettanto famoso, cioè Arnold Schwarzenegger. Quello che ci interessa però non è la loro relazione quanto le ginocchia di Arnold, che sono poi simili a quelle di molti sportivi: sono molto usate e sono quindi più logorate di altre. Quello che è ancora più interessante è però come la Milligan consiglia di allenarle in modo da limitare le conseguenze dell’usura e dell’età. Riassumendo molto: usandole. Esatto. Però con un certo criterio. Vediamo come.
Usale
Schwarzenegger è non solo famoso come attore, politico e sportivo ma lo è altrettanto per la costanza con cui non ha mai smesso di allenarsi. Anche oggi, a 76 anni, continua a farlo e a parlare dei benefici della vita attiva. Con l’età però ha dovuto fare i conti anche con il logoramento delle articolazioni ed è proprio durante una terapia per curare una spalla che ha conosciuto la sua futura fidanzata.
Qual è quindi il primo e più importante consiglio per mantenere elevata la funzionalità delle nostre articolazioni? Contrariamente al sentimento comune che consiglierebbe di non muovere ciò che duole, Heather Milligan suggerisce di continuare a farlo. Quello che conta è la modalità con cui lo si fa.
“Muoversi è la migliore medicina per le tue articolazioni”, ha spiegato “Quando ti muovi senza caricarle troppo, il semplice movimento del fluido permette ai nutrienti che vi si trovano di alimentare la cartilagine. È come l’olio motore per le tue articolazioni.”
Prepara le tue articolazioni
La preparazione all’uso è fondamentale. Ciò che le articolazioni soffrono particolarmente è l’utilizzo a freddo: iniziare a fare esercizi senza un adeguato (e dolce) riscaldamento è la ricetta perfetta per gli infortuni. Più si avanza nell’età – e quindi più sono usurate – più diventa necessario “oliarle” bene prima dell’uso, per riutilizzare la metafora della Mulligan.
Il riscaldamento aiuta anche i recettori del tuo corpo a mettersi in una condizione di allerta, a cambiare stato e a predisporsi all’utilizzo. Una delle conseguenze è che così facendo si riconfigura la percezione del dolore, attenuandola. Il segreto, ripetiamo, è prepararsi al movimento, prima di farlo.
Il riscaldamento è inoltre una fase di controllo generale. Al termine della sua esecuzione puoi valutare il livello di dolore e la tua capacità di sopportarlo ed eventualmente decidere di continuare con raziocinio (caricando cioè con coscienza, senza strafare) o di lasciare perdere. Senza riscaldamento è insomma impossibile capire in che condizioni sei.
Distribuisci lo sforzo
L’ultimo consiglio, dopo il riscaldamento, è quello di usare tutti i gruppi muscolari che possono assistere le articolazioni, alleviando il carico sulle ginocchia. Si tratta quindi di estendere i lavori fisici a quadricipiti, bicipiti femorali e glutei, cioè tutti i muscoli che possono scaricare le ginocchia o quantomeno aiutarle a essere meno caricate.
Se ci pensi, i consigli si possono riassumere in una raccomandazione più generale e quasi esistenziale: pensa che il problema puntuale (il dolore al ginocchio) fa parte di un sistema più grande (quello muscolare). Allenando il sistema puoi contribuire a diminuire il carico sulla parte più debole. La collaborazione, ancora una volta, è la risposta più giusta. Non solo nell’allenamento .
Buon Lavoro!
Antonella Balducci