CAMBIA TITMO! GUIDA ALL'ALLENAMENTO PER MIGLIORARE LA VELOCITA' NELLA CORSA!

Scritto il 02/05/2025
da Antonella Balducci


Se pensi che la velocità sia una questione di talento innato, è vero, ma solo in parte. È come pensare che Jimi Hendrix (o qualunque altro GOAT, di qualunque disciplina) suonasse la chitarra bene solo perché aveva talento: certo, ma dietro c’erano ore infinite di pratica, dita sanguinanti e notti passate a provare riff su riff. Correre più velocemente segue una logica simile: talento aiuta, metodo è indispensabile.

La velocità, nella corsa, si costruisce con pazienza, intelligenza e un po’ di sana testardaggine. Non basta spingere sull’acceleratore ogni tanto: serve una strategia precisa. E, fidati, può essere anche molto divertente.

I mattoni della velocità

Ogni allenamento orientato alla velocità si basa su alcuni pilastri fondamentali: il miglioramento della tecnica, l’aumento della potenza muscolare, il perfezionamento della soglia anaerobica e l’efficienza nel recupero. Non ti basta correre forte: devi anche farlo in modo intelligente, senza distruggerti.

Entriamo nel vivo di quattro metodi di allenamento fondamentali:

Ripetute: l’arte della precisione

Le ripetute sono esercizi specifici in cui alterni tratti corsi alla massima intensità con fasi di recupero. Sono il modo più classico — e crudele — di insegnare al tuo corpo a tollerare ritmi più elevati.

Esempio base: 6×400 metri al ritmo gara 5K, con recupero di 1’30” camminando o correndo molto lentamente.

Piano settimanale progressivo:

  • Settimana 1-2: 4×400m
  • Settimana 3-4: 5×400m
  • Settimana 5-6: 6×400m (riducendo il recupero a 1′)

L’obiettivo? Aumentare la capacità lattacida senza collassare a metà sessione.

Interval Training: gioco di equilibrio

Sembra un sinonimo di ripetute, ma è più sfumato. Si gioca su diverse combinazioni di intensità e durata, spesso con rapporti precisi tra fase veloce e recupero.

Esempio: 10×1′ veloce + 1′ lento.

Suggerimento pratico: Non guardare il ritmo, ma concentrati sull’intensità percepita (80-90% dello sforzo massimo nelle fasi veloci). Se alla quinta ripetuta pensi “forse potrei aumentare ancora un po’”, stai facendo tutto bene.

Fartlek: il divertimento del caos

Il fartlek, parola svedese che significa “gioco di velocità”, è la versione punk rock dell’interval training. Nessuna regola fissa: alterni tratti veloci e lenti a sensazione.

Esempio libero: durante una corsa di 45 minuti, alterna 30” veloci e 90” di corsa blanda, modificando ritmi e tempi come preferisci.

Se ti piace correre ascoltando gli Arctic Monkeys o i Foo Fighters, il fartlek è la colonna sonora perfetta: improvvisazione, energia, libertà.

Allenamenti di soglia: la terra di mezzo

Allenare la soglia anaerobica significa abituare il corpo a sostenere un ritmo alto senza “andare in debito”. È la zona in cui brucia tutto ma, sorprendentemente, non ti fermi.

Esempio: 20′ a ritmo “comfortably hard” (tipicamente il ritmo gara 10K).

Progressione:

  • Settimana 1: 2×10′ soglia, 2′ di recupero
  • Settimana 3: 1×20′ soglia
  • Settimana 5: 1×25′ soglia

Più allarghi questo limite, più sarai in grado di correre veloce, senza trasformarti in una rockstar finita sul palco troppo presto.

Come integrare questi allenamenti

Qui arriva la parte che nessuno dice mai abbastanza chiaramente: se corri solo forte, ti spacchi. Se corri solo lento, non migliori. Devi trovare un equilibrio.

Un’idea di struttura settimanale:

  • Lunedì: corsa rigenerante (lenta)
  • Martedì: ripetute o interval training
  • Mercoledì: riposo
  • Giovedì: allenamento di soglia
  • Venerdì: riposo
  • Sabato: fartlek libero
  • Domenica: lungo lento

E tra un allenamento e l’altro? Recovery, baby. Più dormi e più corri forte (parola di Matthew Walker, neuroscienziato del sonno, e di ogni runner saggio).

Come monitorare i miglioramenti

Un GPS al polso ti aiuta, ma ancora di più fa la tua percezione. Se riesci a correre a ritmi che prima ti sembravano da fantascienza, stai migliorando.
Puoi segnarti alcuni riferimenti:

  • Ritmo medio in allenamenti veloci
  • Tempi sui 5K e 10K
  • Frequenza cardiaca a parità di sforzo

E, soprattutto, fidati delle sensazioni: il corpo parla molto prima che i dati lo dicano.

Ultima nota: evita i classici errori

  • Non strafare: il progresso arriva per adattamento, non per autodistruzione.
  • Non saltare i giorni facili: sono l’investimento migliore.
  • Non paragonarti agli altri: la tua unica gara è con te stesso.

Correre veloce è un’arte, un mestiere e, a volte, un atto di ribellione. Ma non è mai un obbligo, ricordalo.

Buon Allenamneto!

Antonella Balducci