Hai presente quella sensazione che arriva dopo dieci minuti di corsa, quando il corpo è partito ma la mente è rimasta sul divano? Succede. E succede spesso. Stai correndo, ma dentro la testa sei in fila alla posta, stai risolvendo mentalmente (o almeno credi!) un problema di lavoro o ti stai chiedendo se hai chiuso bene la porta di casa e se hai chiuso il gas.
La verità è che correre con il pilota automatico è comune quanto dimenticarsi le chiavi. Però, se ogni tanto riuscissi a “stare” (cioè “essere presente”) davvero nella corsa, scopriresti che l’allenamento può diventare un momento tutto tuo, più pieno, più ricco. È qui che entra in gioco la mindfulness.
Che cos’è la mindfulness?
Niente incenso, niente campane tibetane. Mindfulness significa semplicemente essere presenti. Quando corri, vuol dire ascoltare il tuo corpo, il tuo respiro, guardare dove metti i piedi e smettere di vivere in anticipo o in ritardo. Non devi cambiare vita: devi solo fare attenzione.
La cosa bella è che non devi essere un maestro zen per provarci. Basta iniziare con poco, anche con un minuto alla volta. Ecco quindi cinque modi facili per portare un po’ di consapevolezza nella tua corsa. Cinque spunti da ricordare nelle tue uscite, come una playlist che ti cambia l’umore.
1. Respira come se fosse importante (spoiler: lo è)
Il respiro è l’unico compagno che c’è sempre, anche quando Spotify ti tradisce. Non ha bisogno di rinnovare alcun abbonamento e soprattutto non ne puoi fare a meno. Ma sei sicuro di farlo bene? Inizia allora ad ascoltalo. Non devi modificarlo, devi solo accorgerti che c’è. Inspira, espira. Se ti accorgi che stai pensando alla mail a cui non hai risposto, torna lì. Al suono dell tuo respiro. Al percorso che fa attraverso la tua bocca o il tuo naso. È un’àncora che ti riporta al presente. E no, non è un esercizio da guru. È una specie di “refresh” mentale.
2. Fai attenzione ai piedi (non solo alle scarpe)
Quando corri, ogni passo è una mini-storia. C’è il piede che tocca il terreno, c’è il rumore delle suole, c’è il ritmo. Prova a notare tutto questo. Anche solo per un chilometro. Ti accorgerai che non sei solo “andato a correre”: sei stato lì, chilometro dopo chilometro. Una specie di podcast live tra te e l’asfalto.
3. Guarda la tua testa… da fuori
Durante una corsa, la mente fa di tutto per distrarti. Ti parla, ti giudica, ti annoia, ti dice che potresti essere a casa a guardare una serie. Sa non essere una grande alleata, così come sa benissimo come esserlo. La sfida non è zittirla, ma guardarla da fuori. Tipo come faresti con una serie su Netflix: osservi, senza intervenire. In fondo la storia di una serie non è la tua ma – ed è qui il trucco – a volte la tua storia potresti vederla come se fosse quella di un altro personaggio. Non stai venendo meno al tuo senso di responsabilità, in fondo lo fai per un tempo limitato. “Allontanarti” dalla tua vita per poche decine di minuti può darti punti di vista molto interessanti.
4. Fai un check-in con il tuo corpo
Ogni tanto, durante l’allenamento, prendi un momento per sentire il corpo. Le spalle sono rilassate? Le braccia oscillano o stanno facendo la breakdance? Hai la mascella contratta? Fare un piccolo body scan ti riporta subito nel qui e ora. Se il tuo corpo è particolarmente contratto in alcuni punti (collo e spalle, per dire dei classici), c’è qualcosa a monte, tipo nervosismo o stress accumulati. Se fai un body scan puoi “capirti” meglio perché capisci come stai davvero, non come pensi di stare. E magari ti evita pure una contrattura.
5. Ripetiti qualcosa di buono
No, non stai impazzendo se corri ripetendo una frase. I mantra non sono solo per i monaci. “Sto bene”, “Ci sono”, “Ogni passo è mio”. Trova una frase che ti aiuta a restare concentrato e ripetila nei momenti in cui ti senti un po’ fuori rotta. È come mettere una freccia mentale verso la direzione giusta. Piccolo trucco, grande effetto.
Correre con consapevolezza non è una gara a chi è più zen. È solo un modo per rendere la corsa più tua. Puoi provarci anche solo per un minuto a uscita, come un allenamento dentro l’allenamento. E vedrai che a forza di stare nel momento, ti ci affezioni. Perché non c’è playlist, performance o pettorale che regga il confronto con una corsa in cui sei davvero presente, in cui senti che ci sei, davvero. Anche se, nel frattempo, il mondo corre lo stesso. Ma almeno tu, in quel momento, sei lì. E non è poco.