Non improvvisare i minuti prima dello sparo: una routine di riscaldamento precisa non solo accende i muscoli, ma zittisce anche il demone dell’ansia.
- Il riscaldamento pre-gara è diverso dall’allenamento: serve ad attivare il corpo e gestire l’ansia.
- È essenziale avere una routine fissa per non sprecare energie mentali nel caos della partenza.
- La prima fase è una corsa lentissima di 10 minuti per innalzare la temperatura interna senza affaticare.
- Poi fai 5 minuti di mobilità dinamica e andature per “svegliare” i tendini e le articolazioni in modo specifico.
- Concludi con 3-5 minuti di allunghi a ritmo gara per “ingannare” il sistema nervoso.
- Regola d’oro: mai, mai provare esercizi nuovi il giorno della competizione.
Il giorno della gara non si improvvisa nulla, a partire dal riscaldamento.
Ti sei allenato per mesi, hai saltato cene, ti sei alzato all’alba con la pioggia e il vento, e ora sei qui, alla partenza, stretto tra centinaia di persone che hanno la tua stessa faccia tra l’esaltato e il terrorizzato. Sei a pochi minuti dallo sparo, e cosa fai? Beh, se sei come la maggior parte dei runner, probabilmente improvvisi. Fai due saltelli, ti pieghi un po’ in avanti, agiti le braccia e ti convinci che la tua innata capacità di fingere di essere pronto sarà sufficiente.
Ma il giorno della gara la variabile impazzita non può essere il tuo warm-up. Non è un allenamento in solitaria nel parco dove, male che vada, torni a casa un po’ indolenzito e ti sei comunque divertito. Qui parliamo di dare il 100%, magari di centrare il tuo personal best. E sai cosa compromette una performance massimale? Un corpo non completamente attivato o, peggio, una mente che va in cortocircuito per l’ansia.
Ecco perché il riscaldamento pre-gara non è un optional, è l’ultimo, fondamentale anello della tua preparazione. È un processo, non un momento. E soprattutto, è un processo che deve essere sempre lo stesso, una sorta di mantra motorio da recitare nel caos della partenza. Ti darà un doppio vantaggio: attiverà i muscoli e, cosa non meno importante, ti darà qualcosa di conosciuto e rassicurante da fare quando il tuo cervello ti urla di scappare.
Attivare i muscoli, calmare i nervi: il doppio obiettivo del riscaldamento pre-gara.
Per capirci, il riscaldamento pre-gara è un animale ben diverso dalla corsetta tranquilla che fai prima delle ripetute in pista. Non deve essere estenuante, non devi bruciare energie preziose. Il suo obiettivo è duplice:
- Preparazione fisiologica: alzare gradualmente la temperatura corporea centrale e muscolare per rendere i tessuti più elastici e meno soggetti a infortuni. In termini tecnici, serve ad aumentare l’afflusso di sangue e ossigeno (ossia la vascolarizzazione) ai muscoli che lavoreranno di più.
- Preparazione psicologica: offrirti una valvola di sfogo per l’eccesso di adrenalina e ansia. Devi incanalare quell’energia nervosa in una serie di azioni meccaniche che ti fanno sentire di avere il controllo sulla situazione, anche se in realtà non ce l’hai (perché piove o c’è troppo vento).
Ecco perché questa routine è studiata per essere breve, standardizzata e a prova di panico. Richiede al massimo 20 minuti e può essere eseguita in uno spazio ristretto, anche se sei gomito a gomito con altri duemila fanatici.
La routine perfetta da 20 minuti: cosa fare (e in che ordine)
Questo è il tuo manuale di sopravvivenza pre-gara. Memorizzalo e non deviare di un passo.
Fase 1: la corsa lenta (10 min).
Questo è il preludio. Non devi fare fatica, devi solo muoverti. L’obiettivo è passare da “quasi fermo” a “moderatamente in movimento”. Corri a un ritmo così blando che potresti tranquillamente chiacchierare al telefono o recitare una poesia (anche se potresti spaventare gli altri). Dieci minuti di corsa leggera servono per innalzare la temperatura corporea, aumentare la frequenza cardiaca e respiratoria, e far capire al tuo corpo che “Ok, amico, stiamo per fare qualcosa”.
Fase 2: mobilità dinamica e andature (5 min)
Stop alla corsa. Ora devi lubrificare le giunture e dare un piccolo “risveglio” ai tendini. Non fare stretching statico – per quello aspetta la fine della gara, altrimenti rischi di rilassare troppo i muscoli. Qui si parla di movimento:
- Slanci della gamba in avanti e all’indietro (piccoli e controllati).
- Rotazioni delle braccia e delle spalle.
- Skip a terra (ginocchia appena sollevate) o calciata sotto (talloni che toccano quasi i glutei).
L’idea è simulare, in forma ridotta e controllata, i movimenti che farai in gara. Le andature non devono essere fatte per la velocità, ma per la qualità del movimento.
Fase 3: gli allunghi a ritmo gara (3-5 min).
Questa è la scossa elettrica. Fai 2 o 3 allunghi brevi, di circa 80-100 metri ciascuno. Parti piano, accelera gradualmente fino a raggiungere per un momento il tuo ritmo di gara (quello che speri di tenere), e poi decelera dolcemente. Gli allunghi sono fondamentali per due motivi:
- Attivano il sistema nervoso centrale (SNC): “ingannano” il corpo facendogli credere che lo sforzo massimale sia già iniziato.
- Migliorano l’efficienza: fanno un “reset” sulla meccanica di corsa, costringendoti a concentrarti sulla postura per qualche secondo, prima che la gara vera e propria trasformi la tua corsa in una smorfia di dolore e volontà.
Dopo l’ultimo allungo, avrai giusto il tempo di tornare al blocco di partenza e aspettare che il giudice spari. Sei pronto.
Gli errori da non fare: mai provare qualcosa di nuovo il giorno della gara.
Siamo nell’ultima sezione, ma forse è la più importante. Sai qual è l’errore più comune? La novità.
Il giorno della gara, ogni cosa deve essere nota. Le scarpe, i calzini, i gel, la colazione, e soprattutto, il riscaldamento. Non importa se un tizio super-tirato al tuo fianco sta facendo uno strano esercizio di equilibrio su una gamba che non hai mai visto: tu fai la tua routine.
- Non esagerare: il riscaldamento non è un allenamento extra. Se ti senti stanco dopo la routine, hai sbagliato.
- Non fare stretching statico: abbiamo già detto perché. I muscoli si rilassano troppo.
- Attenzione al tempo: cerca di finire la routine 5-10 minuti prima dello sparo, lasciando un piccolo margine per la pausa al bagno dell’ultimo minuto o per infilarti nel blocco.
La sicurezza deriva dalla ripetizione. Più volte esegui questa routine, più diventerà un riflesso incondizionato che ti accompagnerà al meglio sulla linea di partenza. E quando sei lì, calmo e preparato, hai già battuto metà dei tuoi avversari (quelli che si stanno ancora chiedendo cosa fare).
Buon Lavroro!
Antonella Balducci

 
  
  
  
  
  
  
  
 