il caffè fa bene al fegato
I risultati di uno studio pubblicato sul Biochemical Pharmacology hanno mostrato che un consumo regolare e moderato di caffè, compreso tra una e tre tazze di caffè americano al giorno, è associato a un minore rischio di malattie epatiche e di una progressione delle stesse in caso di loro insorgenza. Naturalmente il caffè deve essere consumato assoluto, senza l'aggiunta di altri ingredienti come zucchero, latte o panna, che potrebbero al contrario alterare le funzioni benefiche della bevanda. Le persone che bevono regolarmente il caffè, in modo moderato, sembrerebbero avere meno rischi di cirrosi, fibrosi, cancro al fegato.
lo studio
Gli autori della ricerca hanno sottolineato, però, che non basta bere il caffè ma serve anche uno stile di vita equilibrato e una dieta priva di eccessi che possano danneggiare il fegato. Inoltre lo studio ha bisogno di ulteriori approfondimenti legati ai fattori genetici dei soggetti coinvolti, alle diverse malattie e all'interazione che possono avere con il caffè, ma anche al quantitativo della bevanda che viene consumato. Ad aiutare il fegato non è però la caffeina, la più nota sostanza presente nel caffè, quanto altri componenti come l'acido clorogenico, il cafestolo e il caveolo cui sono riconosciute anche funzioni antitumorali. Queste sostanze aiuterebbero a mantenere il normale metabolismo, riducendo lo stress ossidativo e il rischio di danneggiare le cellule, inoltre migliorano la sensibilità insulinica e inibiscono la crescita delle cellule che rischiano di far sviluppare fibrosi e altre malattie.
In uno studio inglese condotto su circa 500 mila persone, ai partecipanti veniva chiesto quale tipologia di caffè bevessero e quanto. Seguendoli poi nell'arco di dieci anni, hanno potuto notare che tra i bevitori di caffè c'era un 21% in meno di rischio di insorgenza di malattie del fegato e il 49% di probabilità in meno di morire di patologie legate al fegato rispetto a che non consumava regolarmente caffè.

 
  
  
  
  
  
  
  
 