QUANTE VOLTE A SETTIMANA DEVI FARE ATTIVITA' FISICA PER DORMIRE MEGLIO...

Scritto il 20/04/2024
da Antonella Balducci


L'attività fisica comporta moltissimi benefici per la salute, incluso un miglioramento del riposo notturno. Ma quanto bisogna allenarsi per riuscire a riposare bene? Secondo un recente studio internazionale (Association between physical activity over a 10-year period and current insomnia symptoms, sleep duration and daytime sleepiness: a European population-based study), è sufficiente allenarsi due-tre volte alla settimana per dormire meglio e contrastare l'insonnia.

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In che modo agisce l'esercizio fisico

Fare esercizio fisico nelle ore serali non è l'ideale, specialmente se si soffre di insonnia, perché rischia di ostacolare il rilassamento e di creare invece una sorta di eccitazione. In questo caso infatti si ha una scarica di cortisolo, un ormone che può interferire con l'azione della melatonina, la quale è invece indispensabile per l'addormentamento e il sonno.

Al contrario, muoversi durante il giorno ha effetti molto benefici. Se praticata in tutti gli altri momenti della giornata, infatti, l'attività sportiva è amica del riposo. Per quali ragioni? In primo luogo, agisce sull'orologio biologico e il ritmo sonno-veglia, riequilibrandoli. Indirettamente, dunque, aiuta a conciliare l'addormentamento e a contrastare i risvegli notturni.

Inoltre, favorisce la produzione degli ormoni che favoriscono il rilassamento, come la serotonina, e in generale favorisce un buon assetto degli elementi ormonali alla base dei meccanismi del sonno. Infine, se ci si muove ci si stanca di più e la sera si fatica meno ad addormentarsi.

L'ultimo studio

Se da anni è risaputo che l'esercizio fisico concilia il sonno, mancano evidenze certe su quanta attività sportiva sia necessaria per dormire bene. Una lacuna che ha tentato di colmare un recente studio condotto da un team di ricercatori internazionali, e pubblicato sulla rivista British Medical Journal.

Gli autori hanno coinvolto quasi 4.400 partecipanti di varie età (2.085 uomini e 2.254 donne), provenienti da 21 diversi centri di nove Paesi europei. Tutti erano già stati reclutati per un altro progetto, ossia una ricerca sulla salute respiratoria condotta dalla Comunità Europea.

Tutti i volontari sono stati seguiti per una decina di anni e sono stati invitati a rispondere ad alcuni questionari riguardanti sia il tipo di attività fisica svolto, la frequenza e la durata, sia le abitudini di sonno, la dura media del sonno notturno, eventuali problematiche di insonnia e di sonnolenza diurna. I ricercatori hanno classificato i volontari che dichiaravano di esercitarsi due o più volte a settimana per una o più ore come fisicamente attivi.

Che cosa hanno scoperto i ricercatori

Dall'analisi dei risultati, gli autori hanno scoperto che durante i 10 anni circa di osservazione, il 18% del campione è diventato fisicamente attivo, il 20% è diventato sedentario, il 37% è rimasto sempre sedentario e il 25% è sempre stato attivo.

Correlando i livelli di attività fisica con le abitudine di sonno, i ricercatori hanno calcolato le persone che hanno sempre avuto uno stile di vita attivo e hanno svolto attività fisica presentavano il 42% in meno di probabilità di avere difficoltà ad addormentarsi e il 40% in meno di probabilità di essere soggetti a due-tre sintomi di insonnia. Non solo.

Dallo studio, è anche emerso che i volontari che sono sempre stati fisicamente attivi avevano il 55% di probabilità di mantenere un sonno normale e quelli che sono diventati attivi avevano il 21% in più di probabilità di dormire normalmente rispetto ai soggetti non avevano mai svolto attività fisica.

Le conclusioni degli esperti

Secondo questa ricerca, dunque, chi svolge attività fisica almeno due-tre volte alla settimana dorme meglio di chi è sedentario e non pratica sport.

«I risultati sono in linea con gli studi precedenti che hanno dimostrato l'effetto benefico dell'attività fisica sull'insonnia, ma questo studio mostra l'importanza dell'esercizio fisico nel tempo perché l'associazione benefica si è persa per chi, inizialmente attivo, è diventato inattivo» hanno concluso gli autori.

Buon Lavoro!

Antonella Balducci